domenica 9 maggio 2010

Lo stato delle Madri nel mondo


Save the Children “Lo Stato delle Madri nel mondo”

di Alessandra Albanesi

Presentato l’11 Rapporto in occasione della festa della mamma

ROMA - Mentre tutto il mondo occidentale si appresta a celebrale la Festa della mamma spendendo centinaia di migliaia di euro tra fiori, cioccolatini, biglietti e ogni altra trovata consumistica, milioni di donne nel sud del mondo rischiano la vita dando alla luce un figlio e la maternità diventa per loro una sfida quotidiana.
Cinquanta milioni partoriscono senza alcuna assistenza professionale e senza aver ricevuto alcuno controllo durante la gravidanza e così quasi 350.000 perdono la vita per complicazioni legate al parto. Sono invece 8.8 milioni i bambini che ogni anno muoiono prima di compiere i cinque anni.
Questi i dati diffusi dall’undicesimo Rapporto su “Lo Stato delle Madri nel Mondo” presentato da Save the Children: un regalo per una riflessione seria e concreta.
Afghanistan, Niger, Yemen, Sudan sono le nazioni in cui questi numeri hanno un tono allarmante: qui il 60% delle nascite avviene senza l’assistenza di personale specializzato, una mamma ogni ventitre muore durante o subito dopo il parto, un bambino su sei non arriva ai cinque anni, più di un minore su tre soffre di malnutrizione, un bambino su cinque non va a scuola, nove madri su dieci vedranno morire un loro figlio.
Di contro nella classifica stilata da Save the Children ci sono Norvegia, Australia, Islanda e Svezia che godono di elevati livelli di salute, istruzione, cure.
Se in Norvegia una donna studia in media 18 anni, vive fino ad 83, l’82% fa uso di contraccettivi, in Afghanistan una donna studia solo 4 anni, vive fino a 44 e ha un’alta probabilità di vedere morire il proprio figlio.
Save the Children approfondisce la ricerca anche per la nostra Nazione con il rapporto Fondazione Cittalia: “Le condizioni di povertà tra le madri in Italia”. E se i numeri per le nazioni in via di sviluppo sono allarmanti, in Italia possiamo sorprenderci, non tanto per la diciassettesima posizione dell’Indice delle Madri che snocciola rassicuranti dati sui rischi di mortalità materna, sul tasso di quella infantile o di iscrizione alle scuole secondarie, quello che allarma è il dato se lo sguardo si sposta sulle condizioni sociali delle donne e dei bambini in Italia. Un milione di madri con figli piccoli vive in povertà.
La povertà colpisce, quindi, per prima le mamme: il 15% delle coppie con un bambino, vive in povertà. Oltre il 16% paga in ritardo le bollette di casa, il 10,3% non riesce a sostenere regolarmente le spese scolastiche dei figli, il 5% non riesce a fare la spesa.
Questo in un quadro nazionale che rappresenta un’Italia dove l’11% delle famiglie versa in stato di povertà, la statistica sale al 15% se in famiglia c’è un figlio da mantenere, oltre il 16% se i figli a carico sono due, al 26% se i minori sono tre. Segno evidente che la maternità può diventare facilmente causa di povertà per molte donne oltre ad incidere sui livelli occupazionali femminili che diminuiscono sensibilmente. Tutti dati che riguardano la nostra Nazione sono sotto la media europea.
Valerio Neri direttore generale per l’Italia di Save the Children commenta così: “La crisi economica mondiale richiede un sostegno cruciale e urgente per contrastare la povertà. È necessario procedere su un doppio binario combinando misure che agevolano l’accesso al lavoro e ai servizi – vedi asili nido – con il sostegno al reddito”.

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